Nel 2021, nel mondo, si spenderanno 1,5 trilioni di dollari in farmaci da prescrizione, un trilione se si considerano sconti e tagli ai prezzi dei farmaci, anche se la crescita annuale attesa diminuirà rispetto agli ultimi anni. Sono le previsioni, presentate oggi, di Quintiles IMS Holding, una società americana di servizi alle aziende farmaceutiche. La stima, fatta sul prezzo dei farmaci all’ingrosso, determinerà un aumento di 370 miliardi di dollari rispetto alla spesa stimata nel 2016. In particolare, poi, gli Stati Uniti spenderanno circa la metà di quella cifra, con 675 miliardi di dollari.
La crescita della spesa annua per i prossimi cinque anni dovrebbe assestarsi intorno al 4-7%, principalmente per i più recenti antitumorali, per i medicinali contro il diabete e le malattie autoimmuni. Una percentuale che, in realtà, è in discesa rispetto al 9% registrato nel 2014 e nel 2015, quando era crescente la domanda per le nuove cure contro l’epatite C che da allora, però, si è stabilizzata.
“Dopo due anni di crescita inaspettata, stiamo tornando ad un livello più equilibrato di espansione, che i sistemi sanitari e i contribuenti potrebbero essere in grado di gestire”, ha dichiarato Murray Aitken, direttore esecutivo di Quintiles, che segue i dati sui farmaci da prescrizione per le industrie del settore.
Negli USA, il mercato più grande e con i prezzi più alti, si prevede la crescita con il più alto tasso, compreso tra il 6 e il 9%, o il 4-7% se si considerano gli sconti e i tagli. Un dato che è comunque in diminuzione rispetto al 12% della crescita registrata nel 2015. E, inoltre, il rapporto stima un rallentamento sul prezzo dei farmaci, soprattutto a causa della crescente pressione politica, con i prezzi all’ingrosso che aumenteranno dell’8-11% e quelli al netto del 2-5%.
Ogni anno, secondo le stime di Quintiles, verranno lanciati sul mercato una media di 45 nuovi farmaci, un tasso elevato. E, mentre molti saranno costosi, l’aumento del prezzo sarà compensato dal maggior numero di farmaci che perderanno le coperture brevettuali e che saranno presumibilmente sostituiti da biosimilari più economici. “Stimiamo che questi nuovi farmaci porteranno a un risparmio, almeno negli USA, che si aggirerà tra i 27 e i 58 miliardi di dollari”, ha sottolineato Aitken.
Per quel che riguarda i mercati fuori dagli Stati Uniti, c’è un rallentamento diffuso, sia in Europa che nei mercati emergenti, come Brasile, Cina e Russia. Un situazione che, secondo il rapporto, contribuirà a rallentare la spesa e i piani di espansione dell’accesso ai farmaci. Ad esempio, la Cina si prevede che spenderà tra i 150 e i 180 miliardi di dollari nel 2021, ma la crescita della spesa annua scenderà a meno del 7% nel corso dei prossimi cinque anni, dal 14% dei cinque anni precedenti. Mentre in Europa, il tasso di crescita annuo fino al 2021 dovrebbe salire di poco, tra l’1 e il 4%. “La crescita economica rimane relativamente debole in tutta Europa, il che vincola l’espansione dei bilanci in sanità e farmaci”, ha concluso Aitken.
Fonte: Reuters
Autore: Bill Berkrot
(Versione Italiana per Daily Health News)